“Ebrei 13,2 Non dimenticate di ospitare volentieri chi viene da voi. Ci furono alcuni che, facendo così, senza saperlo ospitarono degli angeli.”
Così ammonisce Paolo nelle sue
lettere alla comunità cristiana. Ma la forza dell’ospitalità che dal mondo greco-orientale passa al mondo romano, giunge fino al nostro medioevo attraverso questo termine, munus,
il dono necessario, l’offerta all’ospite, il dovere e l’incarico di non violare le leggi sacre allo straniero. In questa rievocazione di senso, il viandante -pellegrino o re- riceve
ospitalità e accoglienza portando in cambio un dono, il suo viaggio, la sua esperienza, il pane e formaggio o le verdure raccolte che oggi sono il prezzo del viatico.
Un dono gradito che veniva scambiato dall’ospitante all’ospite nelle abbazie, nei monasteri, negli xenodochia, luoghi dello straniero e infine negli hospitalia e che, tra nobili,
diventava dono prezioso, regalo importante. Lungo le nostre vie più lunghe, i viandanti moderni potranno trovarlo a metà del loro percorso.
- è il documento che attesta che chi ne è in possesso è giunto a metà dei percorsi più lunghi, la via Palermo Messina per le montagne, la via Fabaria e la via Mazarense.
- rappresenta un dono ospitale riservato ai pellegrini che hanno percorso la metà di uno dei suddetti percorsi e giunge al punto di ritiro.
- a Troina, lungo la Palermo-Messina per le montagne, presso l’ufficio comunale del turismo
- a Grammicheme, lungo la Via Fabaria, presso Loredana 3470021940
- a Mazara del Vallo, lungo la via Francigena Mazarense, presso il comitato di accoglienza locale